Gabriel Blog

niedziela, 23 września 2007



A Bologna non c’è il mare, lo sanno tutti. Tuttavia si sente lo scorrere dell’acqua dei fiumi padani che l’attraversano. Canali celati da un’architettura ruffiana, che trasportano bottiglie senza messaggi nell’umida oscurità di antichi sotterranei.

E’ una banale domenica cittadina ai giardini. Un prato di corpi al sole consola la voglia di spiaggia. Costumi, creme abbronzanti e strilli di bambini completano l’artificio e noi, vittime coscienti di un inganno, ci sentiamo in riviera.

Sul terreno erboso, che restituisce pigro l’umidità dei giorni passati, rotola un pallone americano. Una cane rincorre un frisbee fluorescente e una piccola donna porta a spasso una nuvola zuccherata che sa di sagra di paese e feste in piazza.

Sdraiata sull’erba ascolto distratta la goliardia di un gruppo di amici. “Quanto si mantiene l’insalata in frigo” e “quanti anni vivono i cammelli” sono solo l’inizio di uno scambio di battute che mi fa sorridere clandestina mentre nei miei occhi chiusi si stempera il verde di uno sguardo che non rivedrò più.

La bonaccia regna sul pomeriggio felsineo. I vecchi sbuffano l’aria fresca delle fronde degli alberi e strani tatuaggi blueggiano sulla pelle di pattinatori esperti.

“Francesco!” grida una mamma con una bibita fresca in mano.

Due ragazze si guardano e scoppiano a ridere.

“Francesco!” torna a chiamare.

“Queste donne non sanno nemmeno badare un bambino!” commenta un tizio col giornale sottobraccio.

“Francesco! Francesco!”, il grido insiste sicuro.

“Francesco! Francesco! Francesco!”, si fa disperazione.

I goliardi abbandonano le ciance e raggiungono la donna agitata. Il suo bambino ha cinque anni, pantaloncini chiari e una magliettina rossa. Dice che è sparito.

“Francesco!” torna a urlare.

“Francesco!” la voce si strozza.

Un comitato improvviso si mobilita. Zittiti, due uomini restano a guardare mentre la paura deforma il volto della donna che soffoca le lacrime in un altro grido.

Qualcuno chiama la polizia.

Nell’immaginario scorrono drammatici i fatti di cronaca. Pedofilia, rapimenti, mercato nero delle cornee. La donna continua a piangere e il tempo scandisce minuti interminabili.

“Francesco! Francesco!” chiamano in coro. Tutto il prato è zittito, gli sguardi si incrociano increduli quando fra i bambini che hanno smesso di sorridere e gli alberi che creano pericolose zone d’ombra, una maglietta rossa avanza piangente e avvilita. La madre lo vede senza guardarlo. Rinasce. “Cercavo solo una fontana!” biascica fra le lacrime. I due si abbracciano. L’allarme rientra. I ragazzi tornano al sole e mentre si sentono ancora voci gridare “Francesco!” io penso che quando ami qualcuno, non dovresti mai perderlo di vista.

Komentarze (0):

Prześlij komentarz

Subskrybuj Komentarze do posta [Atom]

<< Strona główna